Social Media Management: per fare incontrare domanda e offerta di lavoro nella comunicazione

Social Media Management: per fare incontrare domanda e offerta di lavoro nella comunicazione

Per fare incontrare domanda e offerta di lavoro nel mondo della comunicazione digitale non credo serva una nuova – ennesima – piattaforma di intermediazione. Credo sia più utile costruire un’offerta formativa che vada a formare professionisti in grado di rispondere alle esigenze di competenze delle aziende. Al momento, esiste ancora un divario tra quello che gli studenti apprendono in Università e il mondo del lavoro.  Le motivazioni sono abbastanza semplici: le competenze legate alla comunicazione digitale (dal social media marketing, al community manager, fino al data analyst) sono nuove e si sono evolute nell’arco di pochissimi anni. Per un’istituzione come l’Università non è semplice recepire le novità e i cambiamenti del mercato del lavoro. A maggior ragione quando non non si tratta solo di aggiornare i programmi dei docenti, ma di inserire nuovi insegnamenti, integrare la multidisciplinarietà. Non è semplice, dicevo. Ma è un cambiamento imprescindibile per tutte le Università in cui sono presenti corsi di Comunicazione.

Corsi di Laurea per formare professionisti della comunicazione digitale

All’Università di Torino da qualche anno stiamo lavorando in questa direzione: due nuovi corsi di Comunicazione (La Laurea Triennale in Innovazione, Tecnologie e Società e la Laurea Specialistica in Comunicazione, ICT e Media) che integrano sociologia, economia ed informatica per formare i professionisti della comunicazione del futuro. Innanzitutto dunque multidisciplinarietà. Ma anche corsi professionalizzanti che preparano gli studenti al mondo del lavoro: da Prototipazione di servizi per il Web of Things, ad Interaction Design, fino ad arrivare ai corsi più specificatamente di comunicazione: Management della Comunicazione e gestione della crisi, Social Media Analysis e Big DataSocial Media Management, quello in cui sono direttamente coinvolta.

Marketing o Management?

Parlare di Social Media Management e non di Social Media Marketing è stata un scelta legata alla volontà di distinguere le competenze prettamente di marketing (più pertinenti all’economia) da quelle di pianificazione strategica e gestione dei canali di comunicazione. Ci siamo (e mi sono) anche spesso interrogata sul concetto stesso di Social Media; un termine che in questi anni sembra imprescindibile, ma che risulta limitante se considerato sinonimo di siti di social network. Nell’accezione usata nel corso, i social media sono tutti i canali che abilitano una nuova relazione tra chi comunica e il suo pubblico: una relazione orizzontale e partecipativa. Da questo punto di vista un social media è Facebook, ma anche un blog o un evento. Sono infatti canali di comunicazione “social” nel senso che abilitano il coinvolgimento del pubblico in un processo di comunicazione partecipato. Ecco: volendo dare un nome al corso che ne rispecchi le specificità, forse bisognerebbe chiamarlo “Management dell’engagement” o “Teorie e tecniche della comunicazione partecipativa”. Ma, lo sai meglio di me, sarebbe molto meno commerciale come titolo 😉

Social Media Management

Ed eccoci al cuore del corso, per il terzo anno. Nel corso di Social Media del 2016 ho sperimentato alcune attività: dalla gamification al learning by doing. Alcune hanno funzionato: il blog nato tra le aule del Campus Einaudi e il Web Marketing Festival sta crescendo e le blogger di Fuori dal funnel si stanno professionalizzando. Altre meno: la gamification portata in un contesto universitario fatica ad integrarsi con le classiche modalità di approccio alla didattica basata su valutazioni individuali, quindi dovrò capire come riprogettarla. L’elemento imprescindibile del corso rimane la didattica basata sullo sviluppo di project work. Ogni studente sviluppa un piano di comunicazione per un progetto reale: un blog, una startup o una webserie. Per farlo deve occuparsi dell’analisi del contesto (analisi dei competitor e del mercato attraverso metodologie qualitative e quantitative), dello sviluppo del piano di comunicazione, della creazione del calendario editoriale, della scrittura di contenuti per un blog o un sito, della creazione di una campagna di email marketing, della gestione dei canali di comunicazione e della reportistica.

Progettare la didattica assieme agli studenti e alle aziende

Il motivo per cui racconto questo tipo di progettualità è per tenere aperto un canale di confronto con studenti, ex studenti ed aziende. Dagli (ex) studenti mi è infatti utile capire cosa è servito loro (o cosa è mancato) dell’Università quando si sono approcciati al mondo del lavoro; da parte delle aziende sono invece preziosissimi i consigli relativi alle tematiche e agli strumenti utili a colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Le aziende mi forniscono inoltre la “materia prima” da cui sviluppare analisi e project work: gli studenti hanno avuto (e avranno) così  la possibilità di partecipare attivamente al Web Marketing Festival e ai suoi progetti speciali dedicati agli studenti come il WMFLab, ma anche di lavorare alla comunicazione di startup come L’Alveare che Dice Sì, MaidForADay, Yamgu, Pixide, Sherlock, Felfil, Gnammo e altre. Ed è proprio dal confronto con i founder di queste aziende e dalle esigenze che hanno espresso nei confronti degli studenti di comunicazione che è nato e si è evoluto il programma del corso di Social Media Management.

Essendo un programma in continua evoluzione, la tua opinione su come migliorarlo  per rispondere ai bisogni di competenze del mercato sarà riconosciuto con l’eterna gratitudine di tutti gli studenti a cui in futuro avrò la fortuna di insegnare.

Tutti i feedback di early adopter e aziende partner sono benvenuti, perché il corso di Social Media Management è:

Un programma in perpetual beta

 

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